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Convento: la storia

La costruzione del Convento dell'Osservanza di Radicondoli risale alla fine del XV secolo e per più di quattro secoli l'immobile ha ospitato una comunità di frati francescani dell'ordine dei Minori Osservanti. Nel 1960 morì l'ultimo frate e nel 1962 il convento fu venduto a privati. Lasciato in stato di abbandono per molti anni, il convento è stato acquistato dalla Sa.Ro. S.r.l. nel 1994, ed è stato oggetto di un restauro conservativo iniziato nel 1997 e terminato nell'autunno del 2001. La scelta del convento e le energie spese per restaurarlo hanno avuto origine dalla volontà di creare un luogo dove fosse possibile lo svolgimento di attività che accrescano la cultura e la conoscenza, nel rispetto per se stessi, per gli altri e per l'ambiente che ci circonda. Nello spirito di questa utopia concreta, il convento accoglie attività culturali e scientifiche (musica, etologia, ecologia), corsi, seminari, convegni, concerti.

Dalla relazione storica redatta dall'Arch. Alberto Civai,
allegata al progetto di restauro presentato alla Soprintendenza di Siena nel 1997

Notizie sul convento di S. Francesco dei frati Osservanti e chiesa annessa, siti in Radicondoli (Si)

Secondo il Repetti la costruzione del convento risale al 1447, ma non è confermato dai documenti conservati presso il Convento di S. Francesco a Firenze. Nelle "Cronache dei Frati Minori della Provincia d'Ognissanti" troviamo che fu fondato un convento nel 1424, da Fra Tommaso da Firenze, poi abbandonato per l'incuria dei Radicondolesi nel provvederne alla sussistenza. Nel 1493 Fra Piero da Siena ottiene di fare costruire il Convento più grande del precedente e vendere quest'ultimo per ottenere i fondi necessari alla nuova costruzione. L'episodio è descritto dettagliatamente (in diversa data) da frate Bulletti - ...Fu infatti nel 1494 che un certo frate, Pietro Vitelli da Siena, cui stava tanto a cuore il ritorno degli Osservanti, avanzò istanza al Consiglio Maggiore e Minore del Comune per la cessione di un terreno più vicino all'abitato e più adatto per la costruzione di un nuovo convento. Il consiglio come era da prevedersi, accolse favorevolmente l'istanza ed il primo gennaio dell'anno successivo nominò espressamante quattro Massari (specie di comitato esecutivo) con l'incarico di trattare con i tre Massari dell'Opera di S.Simone la cessione di un appezzamento di terreno detto Il Contarino di proprietà della medesima, posto in contrada Alla Manente e di curare l'escavazione di una fornace di calcina per uso esclusivo dei frat, con altre varie mansioni di ordine finanziario, finché la fabbrica del convento non fosse completamente ultimata.-.

La chiesa fu consacrata nel 1589 da Mons. Guido Serguidi o su altre diciture da Servidio Servidi Vescovo di Volterra.

Don Angelo Saltarelli, ex parroco di Radicondoli, racconta che in seguito alla soppressione napoleonica del 1810 e del governo italiano del 1865, il convento fu rivendicato da Noferi Santi finché non fu messo in vendita nel 1880 e passò per molte famiglie fino ai Bulgarini.

La costruzione nasce dall'unione di due corpi distinti: la chiesa e il convento vero e proprio. Vi si arriva da un breve viale fiancheggiato da cipressi che fronteggia il piccolo portico della chiesa. Quest'ultima è a pianta rettangolare, ampia, costruita in pietra come il bel campanile di cui è foggiata all'estremità sinistra. Il portico occupa la facciata della chiesa, al centro della quale si apre un piccolo rosone, resta l'unico elemento esterno non unicamente strutturale. Tale elemento tipico di simili costruzioni, nasce da una sequenza di tre archi in cotto a tutto sesto, poggianti su pilastri in mattoni il cui ritmo viene ripetuto mediante lesene in pietra. Al centro, bordato da una cornice in marmo, si apre la porta di accesso alla chiesa. Internamente essa è organizzata in un'unica navata, i cui lati più lunghi sono occupati da quattro altari in gesso, probabilmente frutto di una ristrutturazione effettuata forse nel 1700 come sembrano affermare gli stilemi delle ornamentazioni (ristrutturazione di cui per altro non abbiamo documentazione). Il presbiterio, a pianta quadrata, è definito da quattro pilastri su cui poggiano archi a tutto sesto e coperto da una cupola ribassata ornata con disegni concentrici di nuvolette e angioletti, anch'essi certo più vicini alla tradizione pittorica settecentesca che alla sobrietà tardo quattrocentesca degli esterni. Dietro il presbiterio è il coro, in origine coperto con volta a botte, arredato fino a pochi anni fa con i tipici seggiolini in legno. La chiesa si illumina attraverso finestroni che si aprono in alto sui lati più lunghi. La copertura a due falde è sorretta da grandi capriate in legno.

Il convento esternamente si presenta assai semplice, è a pianta rettangolare e si sviluppa attorno a un chiostro interno. E' questa la parte più importante della costruzione e infatti ad essa sono dedicate le maggiori cure nell'esecuzione, tanto da riuscire estremamente equilibrato per la nitidezza dei rapporti intercorrenti tra tutti gli elementi che vi compaiono, i più importanti dei quali sono i bellissimi archi policentrici in mattoni del soffitto al primo piano. Altri elementi che vi compaiono sono tipici della tradizione costruttiva monecense, come i lunghi corridoi interni che si snodano attorno al chiostro, anch'essi di buona esecuzione, coperti con volte a botte e agli angoli con volte a crociera e ritmati da un succedersi di archi con funzione di nervatura alla volta, che si ripetono ad una distanza di circa due metri.

Bibliografia
F. Enrico Bulletti (1962) Appunti di storia di Radicondoli. Comitato per le onoranze, Radicondoli.
Documentazione storico - artistica cortesemente rilasciata dalla Soprintendenza di Siena.
Documentazione giacente presso l'Archivio di Stato di Siena.
Per approfondimenti: Anna Maria Amonaci (1997) Conventi toscani dell'Osservanza francescana. Regione Toscana, Silvana editoriale

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